Cucina e Cibi Celtici

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  1. Redwest
     
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    CIBI CELTICI

    Orzo: per fare minestre asciutte (il panicium, l’antenato della tradizionale panissa vercellese, oggi fatta di riso e fagioli), pane, birra di tutti i tipi, polente.

    Miglio: minestre asciutte, polente.

    Segale: per la panificazione

    Lenticchie: legume molto presente sulla tavola celtica, mischiato con cereali.

    Cicerchia: specie di cece continentale ormai poco reperibile ma ancora coltivato nel Canavese.

    Nocciole: usatissime dai galli stanziati in Piemonte soprattutto (ancora oggi pregiatissime!), essi per primi inventarono la pasta di nocciole, antenata del gianduja.

    Noci: molto usato l’olio, per condire le pietanze ma anche per nutrire e rendere lucidi i capelli scuri delle dame golasecchiane, nonché il mallo, usato ancora oggi per coprire i capelli bianchi.

    Burro: Cesare lo scoprì in Gallia. Sul continente era più adatto al clima, insieme a lardo e cotiche.

    Formaggi: il gorgonzola e tutti gli erborinati d’Europa sono d’antichissima origine celtica. Anche la fontina, il taleggio e il bitto.

    Gocce di pino: ricetta taurina per eccellenza! Altro non sono che le antenate delle caramelle per la tosse! I taurini prendevano le gemme del pino cembro e le cuocevano nel miele fino a caramellarle, utilizzandole, come oggi, per rinfrescare la gola arrossata. Plinio dice che il loro nome taurino era arauceli o araticeli.

    Virtis: ovvero i germogli del luppolo selvatico che si trovano in primavera nei fossi, nel Nord Italia e in Europa centrale. Erano e sono usati in cucina per insaporire minestre e zuppe. Inoltre, le tracce archeologiche di una tomba golasecchiana indicano che già nel VII - VI sec. a.C. era utilizzato per fare la birra. In un bicchiere trovato a Pombia ci sono tracce di birra rossa doppio malto, la tipica ceruisia gallica! La più antica trovata in Europa!

    Maiale: cibo celtico per eccellenza, rimasto tuttora nella cultura alimentare della Pianura Padana come della Germania.

    Ovini e caprini: sempre presenti nelle fattorie celtiche, soprattutto sui monti.

    Pollame: la gallina viene dalla Mesopotamia e compare in Europa durante l’età del ferro. Probabilmente era l’unico pennuto a finire sulla tavola, dato che per i celti era tabù mangiare i volatili, poiché erano considerati messaggeri degli dèi.

    Cacciagione: presente solo sulla tavola dei nobili, primo fra tutti il cinghiale

    Prosciutti e insaccati: quelli prodotti dai celti erano così rinomati che i romani ne importavano tonnellate!

    Storione: pesce molto rinomato presente nel Po fino al medioevo.

    Altri pesci: luccio, temolo, cavedano, salmerino. Purtroppo gli amanti delle trote saranno delusi: sono arrivate molto dopo! I pesci pescati nel Lago Maggiore spesso venivano salati proprio come le acciughe. La parola alici deriva da una simile parola celtica che indicava, appunto, il pesce salato.

    Lumache: già i celto liguri del cuneese le allevavano a scopi culinari.

    Castagne: introdotte nel V sec. a.c., molto utilizzate dai poveri, sia bollite, sia per farinate che per la panificazione.

    Cotognata: confettura di mele cotogne, molto usata per accompagnare arrosti, soprattutto di maiale e cinghiale.

    Cognà: ricetta che è rimasta nella tradizione piemontese, purtroppo poco reperibile, è fatta con mosto d’uva, cotognata, confettura di mele, di pere, nocciole e noci. Oggi come ai tempi dei celti si usa per accompagnare i bolliti.

    Vino: non è vero che i celti non lo conoscevano. Nella zona del Lago Maggiore sono state trovate tracce di una sorta di Nebbiolo, e si sa per certo che un vino cisalpino amato dai galli era simile all’attuale Lambrusco. La tradizione di invecchiarlo in botti di rovere è tipicamente celtica, mentre i romani lo conservavano in anfore e lo allungavano con miele e acqua di mare. Se noi oggi beviamo il vino senza allungarlo utilizzando bicchieri conici invece di coppe larghe e poco fonde lo dobbiamo di certo ai galli!
    Idromele: bevanda sacra per eccellenza, si pensa sia l’ambrosia citata nei miti greci. E’ di origine indoeuropea e non dovrebbe essere bevuta con leggerezza, ma solo nelle cerimonie sacre e alle feste tradizionali.

    Birra: ne esistevano, come oggi, vari tipi. La ceruisia era quella rossa doppio
    malto; la cerea quella chiara di frumento tipo weiss; la bier quella chiara luppolata; la curmi quella spumosa che piaceva molto alle donne perché fatta fermentare a freddo col miele, infine la camum, birra chiara prodotta in Pannonia con miglio o orzo o frumento.

    RICETTE CELTICHE A PREPARAZIONE VELOCE

    ORZO E CICERCHIA: soffriggere burro, cipolla, aglio, funghi secchi fatti rinvenire in acqua. Aggiungere l’orzo e la cicerchia dopo averla tenuta almeno 12 ore a bagno. Aggiungere uno o due misurini di brodo in grani o di estratto (di carne o di verdura, a seconda dei gusti). Chiudere la pentola a pressione, dal fischio cuocere per 25 – 30 minuti.

    MIGLIO E LENTICCHIE: come sopra, ma cuocere solo 15 – 20 minuti (sempre a pressione). Le lenticchie verdi vanno messe a bagno 2 ore prima.

    ORZO AI VIRTIS: soffriggere burro, cipolla e aglio. Tagliuzzare le cime dei virtis, aggiungere due dita di birra chiara non troppo amara, coprire e lasciar cuocere. Quando sono abbastanza teneri aggiungere l’orzo sciacquato. A parte preparare un brodo come per il risotto, aggiungere man mano finché è cotto.

    POLENTA DI MIGLIO: si fa esattamente come la polenta di mais, nel paiolo di rame, ma con farina di miglio. Se non la trovate potete comprare il miglio e farlo macinare al mulino o provare a casa nel mixer, anche se l’ideale sarebbe la macina a pietra!

    BOLLITO DI MANZO: guancioli, coda e lingua di manzo, un pezzo di gallina o pollo, sedano, due cipolle, una rapa o due, qualche bacca di ginepro, sale. Cuocere in pentola a pressione per almeno un’ora. Servire con cognà o mele cotte ridotte a puré o mosto d’uva (reperibile nelle cantine sociali in autunno).

    LENTICHIE ALLE COTICHE DI MAIALE: soffriggere le cotiche con le cipolle, aggiungere le lenticchie messe a bagno prima, irrorare di birra non troppo amara, coprire e far cuocere almeno un’ora, girando di tanto in tanto. Se si asciugano troppo aggiungere poca acqua man mano.

    Colazione celtica: (adattata ai gusti del terzo millennio. Di solito i celti mangiavano gli avanzi della cena della sera prima!)
    Latte caldo, di mucca o di capra.
    Pane di segale (quello nero nero!), burro, miele grezzo di castagno o di montagna oppure solo pasta di nocciole.
    Un uovo alla coque e/o tre fette di bresaola o speck
    Una mela o una pera.


    XD
     
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  2. Callum
     
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    Uhm davvero interessante ne conosci altre?
     
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  3. Arcanya*
     
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    Mmmmm!! Sarà l'ora ma ho una fameee!!
    Mi ispirano parecchio!

    *Lady Arcanya*
     
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  4. ‡Draghda‡
     
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    Quoto arcanya veramente ispirano molto :) non vedo l'ora di provarne qualkuna :)
     
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3 replies since 22/10/2010, 20:13   2114 views
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